Un’isola particolare: o si ama o si odia.
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Era il 2010, e anche a me prima di partire avevano detto: “Pantelleria è un’isola molto particolare: o si odia o si ama” perché è un’isola selvaggia, difficile, poco turistica, piena di rocce e spiagge anch’esse rocciose, delle volte impervie e irte da raggiungere.
La visione del porto, crocevia di turisti, pescatori e navi mercantili mi aveva lasciato un pò di amaro in bocca ma di lì a poco avrei scoperto l’Isola che mi avrebbe preso il cuore, un’isola meravigliosa e preziosa. Pantelleria!
Dagli scogli neri che si tuffano nei fondali blu;
il lago di Venere immerso nel verde, di acqua sulfurea azzurra e trasparente, abitata da splendidi fenicotteri;
le pozze d’acqua calda a Gadir;
le barche colorate di Cala Levante;
le rocce morbide e rotonde di Cala dei turchi;
il paesaggio naturale di Cala dell’Elefante;
l’odore del vento caldo, in moto sulla litoranea, misto al profumo della vegetazione rigogliosa;
notti indimenticabili tempestate di stelle e feste fino all’alba con persone speciali e accoglienti ma soprattutto con una grande amica e collega pantesca, Mariangela;
tramonti silenziosi che ti lasciano senza respiro;
sapori unici, l’inconfondibile gusto del Passito, il profumo salato dei capperi e quello dolce dell’ambrosia, i baci panteschi.Un’ isola immersa nel Mediterraneo, suggestiva, inebriante, così diversa e così profondamente bella che è rimasta nel mio cuore e non è più andata via!
Lidia Sapia